Material girls

Poppy, Wanda, Caileigh

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    Il sole splendeva alto nel cielo che sovrastava la celebre strada magica, gli ultimi sprazzi dell’estate rivestivano la pelle di un velo di sudore e le temperature persistevano nell’essere piuttosto elevate nonostante settembre fosse alle porte. Era l’ultimo giorno di agosto e le riprese delle lezioni ad Hogwarts imminenti, perciò Ivy aveva spedito dei Gufo alle amiche proponendo di trovarsi a Diagon Alley per trascorrere insieme l’ultimo giorno di vacanze. La proposta era stata guarnita da un dettagliato programma che prevedeva più tappe nei luoghi di maggiore interesse; l’ultima era Florean Fortebraccio che se già in inverno proponeva un listino nutrito ed invitante, in estate esplodeva in termini di attrattiva. Le studentesse di Hogwarts erano state talmente tante volte nella gelateria magica da conoscerne il listino quasi a memoria e questo giocava a favore di una di loro, Wanda, che si era detta desiderosa di proporsi come aiutante in modo da avere una piccola entrata durante i fine settimana. Una scelta analoga l’aveva fatta anche Ivy, la quale era riuscita a farsi assumere ai Tre Manici di Scopa, meta di ogni sua gita ad Hogsmeade e scenario di episodi che le facevano palpitare il cuore ogni volta che si affioravano nella sua memoria.

    In prossimità dell’architettura lilla e verde pistacchio, le papille gustative della figlia di Rowena furono solleticate da un’idea folle, decisamente improbabile, ma anche smisuratamente allettante. Gli occhi le brillarono per l’eccitazione mentre piantava un piccolo pugno sul palmo sinistro.
    - Tentiamo la Sfida della Coppa del Mondo?! - propose squillante volgendo lo sguardo rispettivamente a Caileigh, Poppy e Wanda. La Sfida della Coppa del Mondo altro non era che una delle iniziative fisse della gelateria, che prevedeva l’ordinazione di una coppa enorme ospitante fino a sette gusti di gelato. Chi riusciva a svuotarla tutta vinceva la nomina sulla Wall of Fame e la consumazione gratuita. Per questioni fisiologiche era abbastanza improbabile che potessero riuscirci delle ragazzine della loro età, già tanto se fosse riuscito nell’impresa un adulto allenato a sfondarsi di cibo. Senza contare che la dolcezza, in ingenti quantità, avrebbe potuto risultare stomachevole …
    - Secondo voi se mi castassi un Engorgio allo stomaco riuscirei ad ingrandirlo abbastanza da contenere tutto quel gelato? -
    Pollice ed indice si ancorarono al mento di una Ivy dubbiosa e pensierosa. Forse se avesse fatto leva sul cuore dolce (se lo aveva) del proprietario avrebbe chiuso un occhio e permettendo loro di tentare la sfida in gruppo e non singolarmente, incrementando così le loro chances di riuscita.

    Sulla scia di quei discorsi ed altre frivolezze, il gruppo di amiche fece il proprio ingresso nella gelateria magica. Un tripudio di colori paragonabile solo ad altri negozi come Mielandia e Zonko abbracciarono lo sguardo rapito della rossa che avvertì subito meno caldo. Le temperature erano ovviamente proporzionate al tipo di merce esposta e questa era una vera manna dal cielo in giornate torride come quella. Non le sembrò di notare l’elevata figura del proprietario, che presunse fosse indaffarato nel laboratorio. Il solo pensiero di nuovi gusti di gelato la elettrizzò, facendola spalmare sulla vetrina espositiva assottigliando le iridi cerulee per cogliere eventuali novità tra i gusti proposti. In attesa di veder comparire la faccia da poco di buono di Maverick (maschera forviante di un carattere buontempante) iniziò a scegliere con cura i gusti.
    Il punto era se sarebbe riuscita a pronunciarli correttamente!

    Da buona amante delle sfide folli - ne era un esempio quella proposta alle amiche poco prima - e desiderosa di rendere omaggio alla mente che aveva ideato quella lista di estrosità ghiacciate, iniziò a gorgogliare goffamente e infine azzardò un tentativo.
    - Nun Taregge … -
    Un tentativo fiacco, mancava di sentimento. Ritenta Ivy, sarai più fortunata.
    - Nun T’Arrrege -
    Un altro buco nel gelato.
    - NUN T’ARREGGE! -
    La sua voce risuonò forte, seguita da un gridolino divertito sporcato di manifesta adolescenza. Nun T’Aregge era una delle creazioni del gelataio il cui sapore era noto solo a lui. Ordinarlo equivaleva ad un salto nel buio; non si poteva sapere non tanto se sarebbe stato di proprio gradimento, ma se fosse stato umanamente accettabile il sapore, che oltretutto pareva cambiare ogni mese.
    Sarebbe riuscita a superare la sfida? Avrebbe sopportato il sapore del gusto misterioso? Avrebbe rimesso uno dei suoi dolci preferiti facendo l’ennesima figura da troll in gonnella? Una serie di dubbi esistenziali (?) prese a vorticarle nella mente giacché poche erano le certezze della giovane Corva, ma una era incontrovertibile: avrebbe aggiunto il Cloudio.
    Ovunque.
    Perfino sulle punte dei capelli.
     
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    Quando Wanda aveva ricevuto il gufo di Ivy, dove invitava lei, Poppy e Caileigh a passare l'ultimo giorno di vacanze insieme; la strega era stata super contenta e non vedeva già l'ora di raggiungere Diagon Alley per poter stare con le sue amiche. Tra l'altro la Grifondoro aveva sentito dire in giro per il mondo magico che da Florian Fortebraccio avevano bisogno di un aiutante, così la giovane aveva pensato di chiudere di farsi assumere. Non che Angelina le facesse mancare qualcosa, ma Wanda era grandicella ormai e aveva bisogno di guadagnare un po' di galeoni con le sue forze in modo da non doversi giustificare più con sua madre quando comprava cose che a detta della babbana erano inutili.
    Durante le vacanze estive si era sentita spesso con Ivy, grazie all'efficienza dei gufi postini le risposte reciproche erano sempre arrivate abbastanza in fretta e le due streghe. Wanda aveva raccontato per iscritto alla sua amica dai capelli rossi ogni novità, ogni avventura di quell'estate ormai agli sgoccioli. Le due però non si erano solo scritte, erano anche riuscite a vedersi qualche volta, come alla festa di Napier dove Wanda inizialmente era stata titubante sull'andarci, ma poi si era divertita un mondo.

    Il locale di Fortebraccio era sicuramente tra i preferiti di Wanda, non solo per l'imbarazzo della scelta che si poteva avere davanti alla lunga lista di gelati che quel posto offriva, ma soprattutto per le buonissime Granite Bollenti, soprattutto quella alla zucca… che era deliziosa da togliere il fiato secondo i gusti della Grifondoro.
    La strega se ne stava scomposta sulla sedia con la sua salopette di jeans, un sorriso smagliante si allargò sul suo viso quando gli occhi cristallini di Ivy si posarono su di lei, dopo aver prima viaggiato sui volti graziosi di Caileigh e Poppy.
    Conta sulla mia partecipazione. Lo sai che non mi tiro mai indietro davanti a queste sfide! - per un secondo pensò all'eventualità che tutte e quattro non avrebbero potuto scampare al mal di pancia dopo aver ingurgitato tutto quel gelato, ma ovviamente questo non l'avrebbe fatta desistere se anche le altre avessero accettato la sfida. Non saprei… e se così ti scoppiasse lo stomaco? - aveva risposto alla domanda di Ivy facendone una a sua volta. Forse la famigerata sfida della gelateria non si sarebbe fatta: Wanda avrebbe dovuto rassegnarsi all'eventualità.
    Gli occhi azzurri della Grifondoro cominciarono a viaggiare sul menù del locale: anche se conosceva ormai tutto il listino a memoria, era sempre troppo indecisa su quale gelato papparsi.
    Dopo una ponderata e difficile scelta, quando qualcuno sarebbe venuto a prendere le ordinazioni, avrebbe optato per il gusto Non ti scordar di me.
     
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    Non era mai andata troppo d’accordo con le ragazze. O, meglio, era stata sempre e solo appiccicata a Jace e Myron per potersi dare una vera e propria possibilità di legare anche con altre persone. Il Castello era grande, di sue coetanee c’era pieno ovunque, eppure Caileigh Quince aveva passato i primi quattro anni di scuola in disparte, per così dire: conosceva tutti ma non conosceva nessuno, ecco. Nessuno ad eccezione di Jace e Myron, ovviamente, ma il fatto era che tutti gli altri, e tutte le altre, non aveva idea di come fossero, e non aveva mai davvero svolto una vera conversazione che andasse oltre a poche frasi di circostanza, o alla necessità comune di passarsi i compiti. Questo era cominciato a cambiare, almeno da qualche settimana: si era detta di essere un po’ meno chiusa con gli altri, verso la fine del quarto anno, ed in qualche modo si era ritrovata più volte a scambiare qualche chiacchiera vera (sì, di quelle che andavano oltre le poche, solite frasi di circostanza), con alcune altre studentesse di Hogwarts. Tra queste, Ivy di Corvonero, e Wanda e Poppy di Grifondoro parevano essere quelle con cui più andava d’accordo. O, perlomeno, con cui il potenziale pareva essere maggiore. Leigh non voleva lasciare che un’occasione come quella sfumasse, quindi aveva acconsentito ad andare a Diagon Alley con loro. Avrebbero passato un bell’ultimo giorno di vacanze, ne era certa. Sarebbe stata sicuramente la scelta giusta: un po’ di svago prima di tornare con la testa sui libri, e soprattutto… un po’ di svago e di leggerezza prima di tornare ad affrontare ciò che succedeva al suo stomaco quando Myron si trovava nelle vicinanze. Forse, si disse mentre raggiungeva le altre, avrebbe dovuto parlarne con loro. Forse avrebbe finalmente dovuto condividere quei pensieri, ‘ché a tenersi tutto dentro sentiva di star per scoppiare. Magari, le sue nuove amiche avrebbero avuto qualche consiglio da darle o, più semplicemente, magari l’avrebbero aiutata a capire a cosa fossero dovuti quegli strani, fastidiosi sintomi.

    Camminava per una Diagon Alley estremamente affollata, mentre sgomitava tra i passanti per raggiungere le sue amiche. Si era fermata un attimo da Madama McClan’s, dove aveva acquistato una nuova divisa poiché quella dell’anno precedente non le andava più bene: era cresciuta moltissimo, negli ultimi tempi. E poi, si era trattenuta volentieri per qualche minuto in più con stupide scuse, perché…. Beh, perché il proprietario del negozio le faceva un po’ lo stesso effetto di Myron, anche se vi era comunque una netta differenza nel modo in cui Leigh percepiva i due: il signor McClan era un adulto ed era sposato, per lei era più… beh, un uomo dall’aspetto molto piacevole da guardare con occhi sognanti. Myron, invece… no, non voleva nemmeno cominciare a pensarci.
    Accelerò il passo e pestò un piede o due, nel tentativo di raggiungere le altre: vedeva i capelli fulvi di Ivy in fondo alla via, ma dovette sgomitare ancora un po’ prima di riuscire a trovarsi al suo fianco. In fin dei conti, L’Espresso per Hogwarts sarebbe partito l’indomani, e tutti quanti erano intenti ad ultimare gli acquisti. I ragazzini che avrebbero frequentato il primo anno erano facilmente riconoscibili: oltre ad essere i più piccoli e mingherlini, avevano gli occhi pieni di meraviglia e curiosità. Un po’ le dispiaceva averci fatto l’abitudine, anche se dopo tutti quegli anni continuava a trovare Diagon Alley incredibilmente confortevole e sorprendente.
    - Eccomi, ragazze… scusatemi se ci ho messo un po’, c’è una confusione tremenda. - Disse, facendosi aria con la mano libera. Era quasi settembre, sì, ma faceva ancora parecchio caldo.

    “Tentiamo la Sfida della Coppa del Mondo?!”

    - Che?! - Fece, di getto, appena prima che Wanda garantisse invece la sua partecipazione. Scosse il capo. - Non ne sono sicura, insomma… non voglio ingrassare, ecco. - Mormorò, titubante. Non si riconosceva nemmeno lei: da quando rifiutava una sfida divertente come quella? Eppure, al pensiero di tutto quel gelato, l’unica cosa che le veniva subito in mente era la faccia stranita di Myron se, l’indomani a scuola, lei fosse stata del tutto irriconoscibile. Aveva lavorato sodo per manutenere il suo fisico allenato, e non voleva rovinare tutto. Si disse, però, che non sarebbe certo stata una coppa di gelato, per quanto grande, a farla ingrassare irrimediabilmente.
    Però…
    No, niente da fare. Il pensiero di Myron era più forte.

    Si lasciò andare ad una risatina, quando Wanda ed Ivy cominciarono a discutere sulla possibilità di vastare un engorgio allo stomaco per renderlo più capiente.
    Leigh, dal canto suo, diede una scrollata di spalle e si rivolse alle sue amiche. - Possiamo provare e scoprirlo da noi. Mal che vada, sono sicura che il signor Bone ci porterà al San Mungo. Anzi, vi. Io non lo faccio. -
    Quando arrivò il suo turno di ordinare il gelato, aveva già scorso il listino almeno quattro volte, indecisa su cosa prendere.
    - Per me un… un cono piccolo. Al gusto “sto ‘na crema”. Penso di aver bisogno di rilassarmi un po’. - Fece, rivolgendo un mesto sorriso al gelataio.
     
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    Fine estate, o quasi. Si può dire che nel mondo magico della Gran Bretagna la bella stagione poteva definirsi conclusa con l’inizio delle lezioni a Hogwarts il primo Settembre e, beh, era l’indomani. E a maggior ragione, Diagon Alley stava esplodendo di famiglie e studenti vari che terminavano i loro acquisti dell’ultimo minuto o il ritiro degli ordini effettuati a fine anno scolastico in vista del nuovo. Il pensiero comune, considerando il clima ancora presente, era: "Che non te lo fai un giro da Florian?" Ma certo che sì! E così la gelateria non era da meno di Calderoni e Pozioni, la Farmacia o Il Serraglio Stregato.
    Flottiglie di ragazzini e accompagnatori facevano irruzione nel suo negozio facendo trottare Maverick da un lato all’altro del bancone mentre, in perfetto Higitus Figitus Abra Kazè, teglie di nuove e gelide preparazioni uscivano dal laboratorio in fila indiana a mezz'aria per andare a sostituire i gusti esauriti. Le ordinazioni dei clienti ai tavoli, invece, decollavano come jet su una portaerei Babbana scintillando e sgommando direzione: coloro che le desideravano; non a caso all’ingresso era presente un cartello animato e indiscutibilmente visibile che recitava: “ATTENZIONE: oggetti volanti in transito. L’AMMINISTRAZIONE SI SOLLEVA DA OGNI RESPONSABILITA' DI CONTUSIONI O INCIDENTI.”. Col cavolo che Maverick si faceva fregare da qualcuno che si guardava i piedi da Troll!
    L’ennesima tornata di famelici dipendenti da gelato magico era stata servita e Bone si era allontanato un attimo per vedere come procedeva nel retrobottega. In quei periodi gli serviva qualcuno o che sorvegliasse al banco o che vegliasse nel in laboratorio e nel magazzino scorte. Da solo stava diventando piuttosto sfiancante e spesso, e non sempre volentieri, si ritrovava a chiusura che non sapeva più nemmeno come si chiamava nonostante i sacchi d'oro accumulati. Nel mentre che lui monitorava la situazione, ecco fare il suo ingresso il turno di clienti successivo: un drappello di quattro ragazze che il gelataio conosceva abbastanza bene in quanto spesso passavano da lui.
    Tra loro spiccava la voce di una del gruppetto che provava a riprodurre il corretto accento con cui Mr. Bone aveva battezzato il gelato misterioso riportando l’Ex-Galeotto al banco con la sua solita radice di liquirizia stretta tra i molari.
    Daje che Nun T’Aregge a piàttelo!
    Tuonò lui in tono di sfida verso la ragazza che lo stava adocchiando mentre il mago si portava all’altezza dela vetrina schivando schivando i vassoi vuoti che andavano a farsi lavare dalla magia.
    Urtima ggiostra prima de ricomincià, eh? Daje n’po’. Che ve faccio? Che ve servo?
    Domandò allegro, squadrando da sotto le fitte sopracciglia il quartetto fermandosi su quella in salopette che aveva azzardato un Non ti Scordar di Me.
    Avoja! Però me devi dì ‘ndo te lo metto. Ner cono? Na coppetta? Più gusti uguali?
    Incalzò spiccio. Guardando fuori dalla vetrina già stava puntando la prossima carovana di clienti che avrebbe iniziato l'ormai rinomato gioco: che mi prendo? Oh, sono tutti così interessanti e bla bla bla.
    Un’altra del gruppo, invece, con le idee più chiare sul da farsi o semplicemente, grazie all’esperienza dell’amica si era preparata in anticipo, ordinò diretta uno cono piccolo Sto 'Na Crema.
    Daje! Pija da lei.
    Disse a Wanda facendole un’occhiolino complice.
    Che lo voi er Cloudio?
    Chiese a Caileigh. Per esperienza aveva imparato che nei gruppi il primo che ordinava sbloccava la situazione rendendo il resto del gruppo più deciso sulle proprie intenzioni dando il via alle ordinazioni che Maverick chiamava: “a stecca”.
    La prima giunta che sembrava attratta dal colore ambrato brillante del "Nun T'Aregge", stava addirittura valutando l'ipotesi di una Sfida della Coppa del Mondo. Tralasciando che era una sfida che si conduceva da soli, delle quattro una si era già tirata indietro lasciandone tre. Una seconda aveva sparato sul Non Ti Scordar Di Me... Rimanevano in due.
     
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    Da quando aveva conosciuto Ivy, Wanda usciva decisamente più spesso. Non che prima non ne avesse voglia, ma spesso preferiva starsene a casa a leggere un bel libro, seduta comodamente sulla sua poltrona massaggiante, magari con il rumore della pioggia che batteva sui vetri della finestra: ma la Corvonero difficilmente accettava un no come risposta, allora la bionda ormai si era rassegnata alla vita mondana. Ovviamente essere lì con Caileigh, Ivy e Poppy, non le dispiaceva, avevano scelto anche uno dei suoi posti preferiti per incontrarsi.
    Dai Leigh… non sarà mica un po' di gelato a trasformarti nel Frate Grasso - una frase che aveva tutta l'intenzione di sdrammatizzare sulle paure della sua concasata - sei perfetta oggi e lo sarai anche domani! Già immagino tutti i maschietti che si voteranno a guardarti appena varcherai la soglia del castello - secondo Wanda; Caileigh non aveva nessun motivo valido per non mangiare gelato, anzi, poteva permetterselo tranquillamente data la sua linea. La bionda invece non si era mai preoccupata di questo, forse perché il suo metabolismo era abbastanza veloce, o semplicemente non le importava del giudizio altrui.
    Wanda si portò in avanti con il busto appoggiando i gomiti sul tavolino - Va bene anche solo un gusto, scelga lei quale - disse rivolgendosi all'uomo che era arrivato per prendere le loro ordinazioni - tanto ne dimenticherò il sapore all'istante, no? - fece spallucce prima di poggiare nuovamente la sua colonna vertebrale sullo schienale della sedia - può mettermelo in un cono… no anzi, meglio in una coppetta - decise infine.
    Inaspettatamente Poppy prese la decisione di andare via ancor prima di mangiare o bere qualcosa, aveva cominciato a sentirsi poco bene, il viso già pallido di natura aveva iniziato a diventare bianco come un lenzuolo: Wanda si chiese se non fosse colpa del caldo. Quando la rossa si smaterializzò per tornare a casa sua, al resto del gruppo non rimenette che la preoccupazione per la loro amica e il rammarico di vederla andare via ancor prima di iniziare.
    Stasera le mando un gufo per vedere come sta! Cavoli... il giorno prima di iniziare la scuola... spero non stia covando qualche strana influenza magica.
    La bionda si era rattristata per la situazione, ma alla fine è inutile piangere sul latte versato: era il proverbio preferito di sua madre.
    Mentre le streghe aspettavano che i gelati scelti arrivassero al loro tavolo, Wanda pensò bene di punzecchiare un po' le amiche.
    Cosa mi raccontate di nuovo, ragazze? Avete fatto qualcosa di folle durante l'estate? - sollevò un sopracciglio guardando Ivy - avete fatto qualche conquista estiva? - il suo pensiero andò alla festa di James dove aveva punzecchiato Johan e Ivy in piscina - sicure di non aver nessun gossip da raccontarmi?.
    Dopo la festa di Napier, la Grifondoro aveva cominciato a guardare quest'ultimo in modo diverso, non sapeva nemmeno lei perché, ma sentiva che in lei era cambiato qualcosa nei confronti del Serpeverde. Se in quel momento si fosse andata a creare una situazione confidenziale, probabilmente avrebbe parlato della cosa a Ivy e Caileigh, ma non voleve essere la prima a mettere fuori certi argomenti, parlare ad alta voce dei suoi sentimenti non le veniva molto facile.
     
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    L’arrivo del mastro gelataio distrasse la giovane Corva, che avvertì un sordo “toc” quando uno dei vassoi sfreccianti nel negozio cozzò con la fulva criniera. Istintivamente prese a massaggiarsi la cute dolorante mentre salutava il negoziante.
    Piàttelo …? Che era, una bestemmia? Non trovò correlazioni nel gergo che conosceva così pensò che Maverick intendesse che non doveva perdere tempo in tentativo fallimentari (quanto inutili, di per sé) e ordinare quel benedetto gusto. Per poi procedere con i restanti che si guardò bene dal scegliere con maggior chiarezza espositiva.
    Determinata a vomitare gelato come gli unicorni vomitano arcobaleno portare avanti i propri propositi battaglieri, Ivy si preparò a scegliere e mettere in campo la sua squadra di Quidditch.
    - Come tentavo di dire, ehm, come gusti vorrei un Nun T’Aregge, fragola, cioccolato, pistacchio, crema, limone e menta per tentare la sfida della Coppa del Mondo! - trillò entusiasta, consapevole di non poter davvero aspirare a finire sulla Wall Of Fame, ma sufficientemente competitiva da cercare di arrivare il più vicino possibile al traguardo.
    Wanda si era detta disposta a tentare a sua volta quella follia ma mostrò giustamente qualche riserva sulle tattiche alternative ipotizzate dall’amica per vincere la sfida. - Beh, almeno morirei per una dolce causa! - commentò poco convinta né di avvalersi di quell’espediente magico, né che valesse davvero la pena azzardare tanto, riprendendo la considerazione di Wanda fatta poco prima. La magia sapeva essere estremamente utile in molteplici aspetti della vita, ma anche molto pericolosa. Prese posto ad un piccolo tavolo colorato seguendo l’esempio delle amiche, con l’acquolina in bocca e l’adrenalina ai massimi storici.

    Caileigh preferì non tentare l’impossibile (manifestando più assennatezza di loro) tuttavia Ivy si trovò a scuotere la testa fulva con fare quasi divertito. - Non basterebbero tutte le scorte degli elfi per farti ingrassare, Leigh! - commentò con una punta di genuina invidia per le forme più accentuate che aveva l’altra Grifondoro. Ivy aveva sempre vissuto male la propria magrezza e cercato, suo malgrado, di contrastarla sebbene le sue colorate abitudini alimentari non facessero altro che ostacolare il volere di Madre Natura. Ridacchiò al parallelismo inventato da Wanda con il Frate Grasso ed annuì solennemente al pensiero dei maschi che si voltavano al passaggio Caileigh come api col miele. La trovava bellissima e non ne faceva mistero.

    Poppy spezzò quella riflessione informando le amiche delle proprie condizioni di salute; effettivamente era stata piuttosto taciturna per i suoi standard i e già quello avrebbe dovuto far drizzare le antenne di Ivy troppo presa, però, dal turbine di possibilità che quell’uscita tra donne (?) prometteva. Dispiaciuta per lei, la vide staccarsi per fare ritorno a casa; nulla di grave, ma come Wanda quella sera le avrebbe mandato un gufo per avere aggiornamenti. Fu nuovamente Caileigh a riprendere parola, riscuotendo tutte e tre dal torpore che quell’imprevisto saluto aveva lasciato.
    - Per farti rilassare, ci penseremo noi con tante belle chiacch- …. - Non fece in tempo ad ultimare la frase che Wanda tirò in ballo il classicone dei discorsi tra ragazze della loro età. I ragazzi.
    Accigliata, occhieggiò l’amica del quinto anno sperando non fosse seria. La bionda era affamata di gossip spiccio, quello che serpeggiava tra i corridoi del castello e che non risparmiava d’essere servito anche tra una portata e l’altra in Sala Grande. Roteò le pupille acquamarine con fare teatrale, arrendevole solo perché a breve si sarebbe dilettata con un po’ di dolcezza. - Che noia i ragazzi … meglio il gelato! - borbottò come una pentola di fagioli mentre si costringeva a prendere seriamente le parole dell’amica. - Direi che fare un succhiotto a quel vanaglorioso di Napier sia stato abbastanza folle - sentenziò, scrollando la chioma rubiconda. Era innegabile che il Serpeverde godesse di connotati fisici piacevoli, perciò non era davvero con una nota di disgusto che Ivy si era prestata all’obbligo del gioco della bacchetta, tuttavia la irritava la sua spocchia. Rifletté che di conquiste ne faceva a iosa e senza manco rendersene conto, il più delle volte, tale era il suo interesse a riguardo in rapporto alla possibilità di imparare cose nuove. - La prossima volta truccherò il gioco così potrai succhiargli le tonsille. - Con una gomitata e un sopracciglio teso come un arco, Ivy rese manifestò quanto fosse sotto gli occhi di tutte l’interesse di Wanda per per il compagno vanesio.

    - Comunque, di nuovo posso raccontarvi che quest’estate ho preso parte ad un seminario di Astronomia dove, sfruttando la luna piena, abbiamo passato la notte a studiare le stelle e assistito alle danze dei mooncalf! - L’eccitazione che traspariva nello sguardo della sedicenne era alla pari di quello di Wanda se avesse raccontato che James le aveva scritto una lettera d’amore. Forse agli occhi delle sue amiche, spendere la notte a fissare il cielo immobile e i riti di accoppiamento delle creature magiche poteva apparire noioso a dispetto della possibilità di prendere pare ad una festa, baciare un ragazzo e tutta la sequela di chicche tanto amate dai loro coetanei.
    Ivy spostò lo sguardo verso Caileigh inclinando appena il capo, in un chiaro invito a prendere parte alla discussione. Chissà se con lei Wanda avrebbe avuto maggiori soddisfazioni.
     
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    Che lo voi er Cloudio?

    - Er che?! - Domandò Caileigh sin troppo spontaneamente, per ricordare solo un istante più tardi che il Cloudio altro non era che la panna che guarniva il gelato. - Oh! Oh, no grazie, preferisco senza. - Confermò quindi al gelataio, decisa a portare avanti imperterrita la sua battaglia contro l’ingrassamento. E i brufoli. E tutto ciò che potesse far pensare a Myron che lei sarebbe stata sempre e solo la sua migliore amica.
    Sospirò, alle parole di Ivy e Wanda, e rivolse loro sguardo in tralice: se avessero saputo in che situazione disperata si era andata a cacciare (e aveva fatto tutto da sola), avrebbero sicuramente capito le sue motivazioni. - Non mi importa dei ragazzi, Wanda. Dico davvero. - Cominciò, in uno sbuffo. Non di tutti, almeno, aggiunse tra sé e sé. - E comunque penso di non piacere a nessuno. Non ho mai visto qualcuno girarsi a guardarmi. - Disse, piuttosto convinta delle sue parole. Ma se anche così fosse stato, non se ne sarebbe accorta in ogni caso: non le era mai importato nulla, dei ragazzi, prima di quell’estate. Erano un pensiero che mai aveva osato sfiorare le sue sinapsi.
    Si rivolse quindi ad Ivy, un sorriso a distendere le sue labbra. - Buona fortuna per la Coppa del Mondo. Tu sei matta, sai? - Ridacchiò. - Wanda, provi anche tu? Io vi guardo, voglio prendere appunti per poter scrivere di questa sfida sul giornalino della scuola. Diventerete delle leggende. -

    Mentre attendevano che le loro ordinazioni giungessero al tavolo, Poppy disse loro di non sentirsi particolarmente bene. In effetti non aveva la migliore delle cere, e Caileigh si trovò d’accordo con lei quando, alzandosi, Poppy decise di tornarsene a casa: era saggio riposare, soprattutto in vista dell’imminente inizio della scuola. Fu Wanda a sincerarsi di mandarle un gufo più tardi per sapere come stesse, e Leigh era sicura che avrebbe aggiornato anche lei ed Ivy, non appena Poppy le avesse fatto sapere qualcosa. Sperava solo di vederla, l’indomani sul L’Espresso per Hogwarts.

    Ben presto la conversazione prese una piega molto più interessante, al loro tavolo. Nell’ ascoltare ciò che aveva da dire Wanda, Caileigh pensò che solo l’anno prima non le sarebbe importato nulla di fare gossip su argomenti tanto spicci, mentre in quel momento… beh, si sentiva quasi elettrizzata all’idea di sapere tutti i segretucci scabrosi delle sue amiche. Era eccitante, e sopratutto si sentiva molto più in vena di condividere con loro le sue pene d’amore, anche se Ivy non pareva essere ugualmente attratta dall’argomento di conversazione.
    - State attente a Napier, ragazze… o meglio, state attente ad Emma, la sua ragazza. È una tipa a posto… credo, ma fossi in voi non mi metterei in mezzo. - Mormorò. Non conosceva bene Emma Castillo, ma la sua fama a scuola la precedeva: si diceva fosse piuttosto possessiva e gelosa nei confronti del suo ragazzo. In tutta onestà, Caileigh non si sentiva di darle torto.
    - Quel seminario sembra interessante, Ivy. Era un corso estivo del professor Smith o lo ha tenuto un qualche altro astronomo? - Domandò alla Corvonero che, dal perfetto stereotipo della sua casa, sembrava del tutto disinteressata a parlare di ragazzi ed assolutamente decisa a spostare la conversazione su argomenti più colti. Caileigh non voleva deluderla, per quanto fosse decisamente più in linea con Wanda. In fin dei conti, era sicura che quella vissuta dalla Innes fosse stata davvero una bella esperienza.

    - Io… beh, ho passato una settimana delle vacanze estive in Irlanda, assieme a… a Myron. - Ecco, lo aveva detto. Sapeva di essere diventata rossa come un pomodoro perché sentiva chiaramente di avere la faccia bollente. - Jace non è potuto venire quindi siamo rimasti io e lui e… è stato strano. Nel senso… è stato molto bello, ma non… insomma, io penso di essermi presa una cotta per lui. Ecco, l’ho detto. Fa strano dirlo a voce alta. - Disse, gli occhi sbarrati fissi sulla superficie del tavolino.
     
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    - Buona fortuna per la Coppa del Mondo. Tu sei matta, sai? -

    Non era la prima volta che qualcuno dava della pazza a Ivy e, sotto sotto, non poteva che concordare. Fu per questo che a quelle parole la Corvonero ridacchiò ammiccando all’amica. - Grazie, ne avrò bisogno! - confermò, guardando di sottecchi Wanda; se lo sentiva: non sarebbe uscito nulla di sano da quella sfida. Nondimeno era curiosa di mettersi in gioco, coscia delle scarse possibilità di vittoria ma punta dalla curiosità di superare i propri limiti o quantomeno provarci. Ah, e di finire sul giornalino della scuola!
    Quante cose si stava perdendo Poppy, chissà se sarebbe riuscita a rimettersi in tempo per salire con loro sull’espresso per Hogwarts. Un velo di tristezza le adombrò il volto spruzzato di efelidi, ma bastarono le successive parole di Caileigh per riscuoterla dal torpore.
    - Penso che nessuna delle due ci tenga particolarmente - le assicurò con un’espressione eloquente che lasciava intendere quanto sarebbe stato da pazzi il contrario. E se Ivy era davvero pazza, almeno non lo era fino a quel punto. Conosceva marginalmente il temperamento caliente di Emma e solo Merlino sapeva quanto poco le interessasse immischiarsi in questioni che non la riguardavano. Vivi e lascia vivere, si diceva.

    Un gruppo di pari aiutava a crescere, a maturare, a diventare grandi; creava coesione, alleanze, condivisione, garantiva protezione, riconoscimenti e soprattutto affetto incondizionato ed era ciò che rendeva quel tipo di uscite così speciale. Lieta dell’interesse attestato dall’amica circa il corso di Astronomia, Ivy non perse l’occasione di condividere la sua emozionante esperienza. - No, purtroppo il professor Smith non ha tenuto nessun corso supplementare, altrimenti sarei stata la prima a saperlo. - Mentre parlava, la bronzo blu gesticolava entusiastica, facendo tintinnare la moltitudine di braccialetti colorati allacciati al polso sottile. - Me lo ha segnalato una concasata poco prima che terminassero le lezioni e sono riuscita ad inserirmi per un insperato colpo di fortuna perché i posti erano limitati. Lo ha tenuto niente po' po' di meno che Tristan Godart in persona! - Come se fosse scontato che le sue amiche lo conoscessero! In verità, la presunta celebrità aveva giusto pubblicato un paio di libri che non erano reperibili nemmeno al Ghirigoro. L’astronomo si era dimostrato indubbiamente preparato e originale nella scaletta proposta nel seminario, tuttavia non poteva di certo dirsi rinomato. Mentre proseguiva, le iridi cristalline della Corvonero scintillavano come diamanti. - È stato così eccitante! Il cielo era talmente terso che si vedeva perfino Sirius B e sembrava di poterla toccare! Dopo la spiegazione, abbiamo potuto accarezzare i Mooncalf … ci si poteva perdere nei loro occhi luminosi come la luna! - Ormai partita per la tangente, la sedicenne continuò a sciorinare dettagli della magica esperienza come se stesse vivendo un sogno ad occhi aperti.

    Il sogno, però, si spezzò quando Caileigh riprese parola ed Ivy cadde dalla via lattea sui tizzoni ardenti.
    - TU COSA?!?!?!?! -
    Sgranò gli occhi fino a farli somigliare a quelli due boccini che passavano rapidamente da Caileigh a Wanda. Se per Wanda e James aveva avuto qualche sospetto dalla festa di compleanno, nel caso di Myron e Caileigh pareva più assurdo delle caramelle a forma di occhi umani in vendita da Zonko. - Leigh, è il tuo migliore amico! E se dovesse ricambiarti? Si sfalderebbe il vostro trio? Non credo che Jace gradirebbe fare il terzo incomodo … - ma chissene frega di Jace, era dei sentimenti della sua amica che si stava parlando. Il concasato se ne sarebbe fatto una ragione e sarebbe stato felice per loro, forse. - Cosa ti ha portata a questa conclusione? Nel senso … cos’è successo in quella settimana? - La raffica di parole che uscì dalla bocca di Ivy fu direttamente proporzionale al poco tatto con cui le rivestì; d’altronde era come insegnare la delicatezza a un temporale.
    E la pioggia (di parole) non era ancora terminata.
    - Facciamo una scommessa: entro dicembre prova a fargli capire il tuo interesse, nella speranza che ti ricambi. Se così non dovesse essere … hhhmmmmm … - Investita di un’espressione maliarda, la rossa passò a rassegna il volto di Wanda scaricandole la patata bollente, confidando che non avrebbe proposto nulla di eccessivo e che, comunque, Caileigh avrebbe potuto tranquillamente rifiutare. Nel mentre, aveva iniziato ad immaginare Myron che strimpellava romantiche canzoni alla chitarra per la sua amica o un bacio natalizio tra i due sotto al vischio. Dopotutto, cosa ne sapeva lei di quelle cose?

    Edited by Ivy Innes - 7/11/2022, 09:31
     
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