Feeling Grown Up

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    Serpeverde
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    Sapeva fin da piccolo di essere destinato a prendere parte di una società magica. Aveva nonni che sfoggiavano le generazioni purosangue passate prima dell'avvento di Diana, un papà che sfoderava la bacchetta per aprire i più morbidi tappi di barattolo e una mamma che gli ripeteva ogni giorno che sarebbe diventato sì un grande uomo, ma anche un grande mago. Eppure era arrivato comunque un punto in cui Jordan si poteva sentire ufficialmente un mago, il momento in cui il piccolo riceve la sua più fedele compagna di vita.

    Il Caffrey lo può ricordare tranquillamente dando lo sguardo alle finestre della sua sala comune, tanto il ricordo di quando lui era undicenne rimane ben vivido e stampato nella sua testa.

    Era con suo papà, Alfred Caffrey, l'uomo aveva voluto prendersi lui l'impegno di viaggiare fino a Londra con il figlio per raggiungere la rinomata bottega di bacchette. Solitamente si preferisce acquistare il proprio catalizzatore alla fine di tutte le compere ma il padre del Caffrey la pensava molto diversamente; per il ragazzone girare nelle stradine di Diagon Alley senza una bacchetta era come recarsi a lavoro in mutande. Riteneva quasi crudele, sebbene fosse una norma di sicurezza, privare i bambini di un oggetto così fondamentale per un mago inglese. Non vedeva l'ora di stare accanto al figlio proprio come il nonno di Jordan aveva fatto con lui da undicenne.
    Jordan d'altra parte seguiva felice, ma un po' intimorito, le orme del padre guardandosi attorno in quel posto affollato e decisamente più caotico delle fresche campagne scozzesi. I due maschi vestiti abbastanza semplicemente si facevano largo tra indumenti appariscenti e saturi, e Jordan sembrava contento sempre di più ad ogni passo di dirigersi verso Ollivander, perché invidiava esponenzialmente quella vita composta dalla normalità di avere una bacchetta tutta propria tra le mani, che adesso vedeva applicata nella calca di gente passante del ritaglio di città.

    Finalmente i due erano giunti sul luogo. La bottega di Ollivader, si intende. Proprio ora entrano. Jordan si era rilassato per aver finalmente trovato una stanza priva del battere del sole e di bambini schiamazzanti, ma in un secondo momento il suo cuore aveva, come da manuale, cominciato a battere forte. Si sentiva un moccioso impotente, improvvisamente si ritrovava scrutato da decine, ventine di scaffali che contenevano tutte bastoncini che uno a uno lo avrebbero giudicato. A discapito del suo orgoglio, quasi voleva aggrapparsi alla camicia del padre e nascondersi dietro l'uomo, quando, quest'ultimo, cordiale e sicuro di sè, si avvicina al bancone per effettuare tutta la procedura.

    Quello che Caffrey ricorda dell'uscita dalla bottega, era l'attimo in cui era rimasto fuori da solo, con la propria custodia del catalizzatore stretta al petto, mentre suo padre era dentro a pagare. L'ora quattordicenne Jordan sorride, in quel momento l'undicenne Caffrey si sentiva più cresciuto di quanto il Serpeverde non si senta adesso.
     
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