Happy B-Day, FALENAH

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    Caposcuola Serpeverde
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    Bene. L'ansia da prestazione che ti strangolava a novembre ora ha cambiato amante ed è venuta a bussare alla mia porta, come la Morte che ruba l'ultimo alito di vita ai primogeniti egizi. Sì, è un po' così che mi sento, sebbene non ci sia un vero pubblico davanti a cui recitare questo sproloquio in tuo onore, perché si tratta comunque di una tradizione assai importante da rispettare e, nel corso dell'anno, sono cambiate un po' di cosine... effettivamente a partire dal tuo compleanno. Quindi, ecco, mi perdonerai se ad un certo punto non si capirà niente e l'unica cosa che emergerà (si spera) sarà il forte sentimento che provo nei tuoi confronti (sentimento di astio, ovviamente). Potrei soffermarmi sul fatto che ci conosciamo da quindici anni e che, insieme, ne abbiamo passate davvero tante, di brutte e di belle. Potrei farlo, con il rischio di sembrare una vecchiarda nostalgica o un bifolco compagno di bevute del Kansas (?) con un'evidente omosessualità repressa con cui fare i conti, ma forse non è il caso di scoperchiare il vaso di Pandora sulle nostre mirabolanti avventure (alcune imbarazzanti, altre divertenti, altre ancora pregne di emozioni soverchianti, altre vere e proprie tragedie, ma perché no, anche quelle semplicissime legate ad una quotidianità che, con il tempo, ci siamo vissute alla grande), forse è il caso che io mi concentri su di te e te solamente.

    Su quanto io ti abbia sempre trovata e continui a trovarti straordinaria: complicata come un rompicapo per cervelloni o come i lacci delle cuffie annodati, sensibile come un cristallo troppo vicino all'epicentro di una scossa tellurica. Intelligente di un'intelligenza emotiva, creativa e umana che ho potuto scorgere in pochissime persone e mai come l'ho appurata osservando scrupolosamente ogni tua mossa, leggendo ogni tuo scritto e ascoltando ossessivamente ogni tua parola. Caotica, e lo dimostri attraverso gesti estremi come il posizionamento di una tazza di tè bollente sul bordo di una poltrona (un grande classico), o lasciando ogni anta disponibile irrimediabilmente aperta (con me che, dietro di te, le chiude tutte perché tu sarai pure caotica ma io ho un disturbo ossessivo compulsivo LOL). Ambiziosa perché, malgrado l'autostima vacilli spesso e mal volentieri, una parte di te imperversa nel crederci e, con essa, lo faccio io. E così deve essere, perché la tua ambizione ha radici profonde e ramificate intorno ad una capacità espressiva artistica invidiabile. Sei brava, piccola mia. Se non riesci a prenderne atto tu, perché spesso sabotata dal Cosmo, continuerò io a ripetertelo e a sperare fortemente che tu possa splendere come meriti. Non smetterò mai di tifare per te perché so quanto vali e so che il successo ti è dovuto. Dotata di un fascino inequivocabile, che attira lo sguardo di chiunque appena entri in una stanza. E' un esperimento sociale che ho fatto nel corso di tutti i quindici anni e posso dire con assoluta certezza di avere ragione. Divertente, di un umorismo che può essere buffo, goffo e non-sense, ma anche tagliente, sarcastico, politicamente scorretto. Mi fai ridere sempre e questo tu hai sempre potuto appurarlo, specialmente quando i nostri cervelli si uniscono nel sacro vincolo dell'Idiozia e finiamo con il passare intere notti a blaterare di stronzate che, però, ci piegano in due nel letto dalle risate.

    Ogni volta che mi ritrovo a scrivere un post di auguri per te, è inevitabile per me ripercorrere con tenerezza quei determinati momenti in cui abbiamo condiviso un'emozione e l'abbiamo fatta diventare unica, tutta nostra. Quanti ce ne sono, di momenti del genere, nel nostro passato? La cosa che mi piace e di cui sono sicura è che non smetteremo di crearne di nuovi, che si aggiungeranno al resto delle memorie accatastate. Mi piace pensare che, tale struttura in perenne costruzione, somigli ad una casa, la nostra casa: sgangherata, piena di robaccia e di tesori creduti perduti, pericolante e al contempo costruita su basi solide e indistruttibili. I cambiamenti talvolta renderanno il soggiorno difficoltoso e, altre volte, lo renderanno speciale e bellissimo. Una tana dentro cui rifugiarsi, prendere fiato e accogliere amore. Un po' in stile francese, un po' punk, un po' urban, un po' glamour, un po' gotica, un po' cottagecore, insomma, quello che vogliamo. Rifletterà ogni creatura partorita dalla nostra mente e che ha percorso con noi questi quindici anni. Profumerà di tutti gli aromi che hanno fatto parte della nostra routine. Sarà composta dei tuoi spigoli e dei miei tatuaggi. Saprà di tè e di caffè e avrà i colori di tutte le albe passate insieme.

    Lo so che te non impazzisci per il tuo compleanno ma spero tanto di poter contribuire a farti passare una giornata in grado di farti emozionare. Sarai circondata dalle persone che ti amano e sono certa che ognuna di noi farà del suo meglio per farti percepire tutto l'affetto che proviamo nei tuoi confronti. Ed è taaanto, tanto, tanto. Io, poi, sono abbastanza ridicola perché sto cercando di contenere tutto ciò che provo in qualche frase smangiucchiata e non so quanto sia efficace, come tattica, ma ci sto provando. In caso non ci riuscissi, ti guarderò in quegli occhi enormi e te lo comunicherò attraverso i miei. Il nostro registro linguistico può essere vasto come una prateria, ma sono sempre stati i nostri reciproci sguardi a colmare ogni distanza - e fanculo se suona melenso, forzatamente poetico o chissà cosa, mi è uscita così e te la becchi.

    Buon compleanno, Bibi.

    Tua,

    Lee

    PS. purtroppo Maria De Filippi non ha risposto alla mia richiesta di farti partecipare a C'è Posta Per Te per incontrare Ivano, ma ho cercato di rimediare con una buona dose di coziness.
     
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    AMMONITE



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    È giusto io ma mantenga una certa coerenza e tradizione. Quando ci ritroviamo tutte e quattro, sono io quella che apre sempre gli occhi per prima, si affaccia su un silenzio che ormai è diventato di conforto, di routine. Mi piace che voi abbiate l’abitudine di tenere sempre le persiane alzate, mi piace muovermi in una casa che è già inondata dalle prime luci del mattino. Il cielo resiste e ogni tanto il sole fa capolino: evidentemente sa che oggi è un giorno speciale. Aspetto che Tilde venga a farmi compagnia, ma dorme anche lei. Allora ne approfitto e mi avventuro in certi pensieri che a volte mi fanno paura per il semplice fatto di trovarli totalizzanti. Se penso alla genuinità dei sentimenti che provo nei tuoi confronti, mi annienta il fatto di trovarli sempre così maledettamente pulsanti. Come un cuore a sé stante. Allora tento di scrivere…

    …e mentre scrivo, mentre ti scrivo, sto ascoltando una canzone nel silenzio e nella familiarità della casa che è diventata ormai porto sicuro. C’è una strofa che fa: “it’s hard to breathe when you’re standing on your own”. Allora penso: meno male che queste parole non mi riguardano. Meno male che ci sei stata e ci sei tu, a ridarmi respiro li dove a volte mi manca e finisco per annaspare.
    (Nel frattempo è arrivata Tilde e mi sono distratta a farle le caresssssine.)

    Come vedi non c’è linearità in questo tentativo pseudo ordinato di mettere in ordine ai pensieri. Mi lascio trascinare perché è esattamente ciò che mi capita di fare con te: sei aggregante, anche se forse non li riconosci di te stessa. Riunisci e ricomponi frammenti sparsi che mi dimentico per strada e li custodisci con una cura ed un’attenzione rara. A volte mi ripeti che ti sconvolge quanto io e te siamo simili, talvolta da sovrapporci. La stessa persona. Io ti dò ragione perché effettivamente smentirti sarebbe un po’ come annullare una parte di me e per quanto io abbia tendenza autodistruttive, ci tengo a quella parte come si custodirebbe un tesoro prezioso. E poi, se ci penso un po’ più a fondo, sono grata di ciò che invece ci separa e ci rende due persone distinte. Perché sono proprio quelle parti di te che tu reputi “pesanti” che io tengo strette a me in un abbraccio prolungato e infinito. Quelli che abbiamo imparato a scambiarci, messo da parte l’imbarazzo iniziale, ma soprattutto quelli che già avevamo imparato a condividere a distanza. Che non sempre hanno le sembianze fisiche di un abbraccio, ma che talvolta sono un meme inviato a caso, un video di caprette/asini/papere che sembrano otterine/bigliettini scritti a pugno da qualcun altro ma che indubbiamente ci appartengono. Ai messaggi scagliati nei silenzi reciproci, come proiettili, e quel “ho percepito qualcosa non andasse”, malgrado nessuna delle due avesse detto nulla.

    Io sento di essere ripetitiva e forse mi perdonerai se tendo a focalizzarmi sempre sulle stesse cose, ma ci sono concetti che mi si rimescolano in testa e mi ritornano indietro in sfumature sempre nuove. Mi piacerebbe essere in grado di donarti ognuna di quelle sfumature, sempre, e magari non ci riesco come vorrei ma spero che invece il bene e l’affetto che nutro nei tuoi confronti tu possa sentirtelo addosso sempre, come una lucina accesa nel buio che non si spegne mai.

    Mi sembrano sempre surreali queste parentesi trascorse insieme e tocca sempre ricordarmi che invece questa, per fortuna, è la quotidianità che mi avete donato, che tu mi hai donato e per cui sono grata ogni giorno.

    È trascorsa un’oretta. Qui ancora tutto tace. Tilde ora mi dorme addosso e cos’altro? Ah, si, probabilmente ti voglio un po’ più bene rispetto ad un’ora fa.

    Buon compleanno Pinghetta mia.
    Tua,
    Pinghi — che ti lancia ciabatte con una certa casualità e prepotenza.
     
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    Tassorosso
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    Ed eccoci qui, ancora e per sempre: passa un'altra anno e io non posso esimermi dal lasciare il mio piccolo contributo alla tua giornata.

    Ogni volta che inizio a scrivere questi piccoli bigliettini virtuali scrivo e riscrivo mille incipit per trovare quello più sagace, più stupido o più... "giusto", come un piccolo procione che cerca il suo zucchero filato nell'acqua. Chiudo e riapro il file in diversi momenti, con diversi stati d'animo, sperando che una qualche divinità mi ispiri a scrivere la cosa perfetta.
    Perfetta, sì, perché niente di meno mi sembra adatto per renderti omaggio come meriti.
    E invece ogni volta riparto da capo, cancello, riscrivo, rimugino, per poi finire a fare quello che faccio sempre: buttare giù quello che mi passa per la testa pensandoti.

    Alla fine forse è proprio quello che quella divinità, la musa che finalmente viene in mio soccorsoq, vuole che io faccia: mettere da parte la forma, la retorica, e lasciare che sia la festeggiata ad ispirarmi. Perché alla fine, forse forse, la mia musa sei tu.
    Tu che mi punzecchi e speroni a lasciarmi andare e a smettere di pensare a tutto troppo, a rileggere troppe volte i miei scritti, a riguardare troppo le tracce di grafite che disegno. E come potrebbe essere altrimenti? Chi se non te è adatto ad essere una musa ispiratrice? Certo, che poi gli sproni a non essere troppo autocritica vengano da un pulpito un po' scricchiolante... Ma nulla può competere con il sentimento e la passione che ispiri.

    Lo so, lo so, non ne sei poi così convinta (vedi sopra) soprattutto ora, che fatichi e lotti per un briciolo di serenità. Ma se solo ti vedessi con gli occhi con cui ti guardo io (Alexa, riproduci "Occhi del Cuore", grazie) non potresti negare l'impatto che hai sugli altri. Al di là del fatto che sei una bona illegale, hai una scintilla che non permette a nessuno di osservarla e rimanerne incantati finché ne ha la possibilità. Una scintilla che si percepisce anche solo guardandoti senza conoscerti ma che brilla sempre più forte ad ogni angolo di anima che riveli a chi vuoi bene.

    So anche che sono cose che ti dico sempre, che sia di persona o sulla chat che ci tiene vicine anche quando siamo lontane, e forse tu sarai stanca di sentirle e leggerle ma io invece non mi stancherò mai di ripeterle ancora e ancora. Sì, anche con la dentiera che traballa, con certezza inscalfibile.

    Inscalfibile e sicura proprio come la consapevolezza che è un affetto ricambiato, perché non manchi mai di dimostrarmelo anche tu ogni singolo momento che siamo insieme. Che sia tramite i nostri messaggi di rito che sono semplici e immediati come una piccola stretta di mano, a ridere come sceme per le cazzate peggiori o quando siamo abbracciate a coccolarci senza dire nulla, io mi sento amata. Amata con quell'inscalfibile certezza che è raro trovare in altri ambiti della mia vita.

    Come sempre, spero che queste parole e frasi forse sconnesse ti facciano comparire quel sorriso così dolce e raggiante e che ti lascino un po' di calore nel tuo cuoricino.

    Ti voglio bene, pezzo del mio cuore.
    Ti voglio bene, bro-ccolo mio.

    Tua, Benny
     
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2 replies since 24/4/2024, 23:00   17 views
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